Lo Show delle Macerie e la rivoluzione del teatro immersivo al Rione Sanità

Lo Show delle Macerie e la rivoluzione del teatro immersivo al Rione Sanità

Tra cicatrici e riscatto

Nel cuore del Rione Sanità, dove tra le cicatrici della città si affacciano esperienze di rinascita e riscatto, da qualche anno stiamo costruendo qualcosa che ha il sapore dell’utopia concreta o – per citare il TEDx Angri dove sono stato invitato – della fantopia.

Trasformare il dolore in poesia

Come project and communication manager del progetto culturale di Putéca Celidonia, ho avuto il privilegio – e la responsabilità – di accompagnare un gruppo di giovani talenti artistici in un processo che ha trasformato il dolore in poesia, il disagio in drammaturgia e l’assenza in innovazioni culturali.

Il contesto del Rione Sanità: bellezza e fragilità

Il Rione Sanità è un quartiere complesso, lo sappiamo tutti. Complesso nel senso etimologico del termine: cioè composto da molti plessi. Il quartiere di Totò e dell’inquietante Cimitero delle Fontanelle. Il quartiere dei taralli napoletani e del fiocco di neve. Il quartiere delle cooperative culturali e delle Catacombe di San Gennaro. Il quartiere del Vicolo della Cultura e del teatro dai balconi. In mezzo a tanti meravigliosi preludi di rinascita culturale però c’è anche tanta fragilità. Disoccupazione, dispersione scolastica, presenza criminale, mancanza di spazi giovanili: qui non c’è nemmeno un teatro attivo, dopo la chiusura del Nuovo Teatro Sanità. Ma dove mancano le strutture, abbiamo provato a far fiorire le idee.

Putéca Celidonia: l’arte che apre gli occhi

Putéca Celidònia nasce nel 2017 da sei ex studenti dell’Accademia del Teatro Stabile di Napoli.

Artisti con una visione chiara: portare il teatro dove non c’è, dove non si vede, dove sembra impossibile. Da qui il loro nome: Putéca come la bottega, dove si lavora a mano su ugni pezzo; Celidònia come la pianta infestante, utilizzata dalle rondini per aprire gli occhi dei loro cuccioli. Una bottega di strada, ma una bottega di qualità, dove con l’arte e la cultura si spalancano gli occhi della città.

La loro ispirazione affonda le radici nella drammaturgia di Eduardo De Filippo, ma il linguaggio è nuovo, contaminato, urgente. Da subito, il loro lavoro si è rivolto al territorio: corsi gratuiti di teatro, sartoria, scenografia per bambini e donne del quartiere. 

Impatto sociale e rivoluzione culturale

 

Più di 100 bambini e ragazzi coinvolti. E poi ancora residenze artistiche, performance, comunità educante. È proprio da questa relazione viva e sincera con il quartiere che è nata l’intuizione di A voce d’‘o Vico, una vera e propria festa-spettacolo nei vicoli della Sanità. Lì dove non c’era un palcoscenico, abbiamo scelto i balconi. Lì dove non c’erano sipari, abbiamo usato le lenzuola appese. Lì dove c’era disagio, abbiamo trovato storie da raccontare.

Il teatro si è fatto strada nelle case, nelle scale, nei cortili. Abbiamo portato la cultura tra la gente, con la gente, per la gente. 

Beni confiscati alla camorra e restituiti a tutti

 

Personalmente, ho sentito che il modo più forte per sostenere questa rivoluzione artistica era dare nuova vita ai luoghi sottratti alla camorra. Due bassi confiscati nel cuore del Rione sono diventati centri di creatività, laboratori, officine di sogni condivisi. Quegli stessi spazi, un tempo simbolo di oppressione, oggi ospitano le risate dei bambini, le prove degli spettacoli, i fili delle scenografie cuciti insieme. Da lì è nata la magia. 

Da lì si sono generate decine di azioni artistiche e politiche – nel senso più alto e umano del termine. Teatro immersivo, slam poetry dai balconi, musica nei vicoli, drammaturgie negli androni delle scuole.

Ogni intervento è stato un gesto di cura, un atto di bellezza contro la rassegnazione. 

Lo Show delle Macerie 2025: un’esperienza immersiva per tutta la città

 

Quest’anno, grazie a una rete straordinaria di enti pubblici e privati e al sostegno del PNRR, abbiamo realizzato una nuova versione di quella visione: Lo Show delle Macerie – ‘A voce d’‘o Vico 2025. Dal 20 al 22 giugno 2025, il cortile dell’Istituto Froebeliano in via Stella 137 si è trasformato in un palcoscenico a cielo aperto. Non un evento “per” il quartiere, ma del quartiere e con il quartiere.

Oltre 20 bambini coinvolti, più di 100 professionisti del mondo culturale e creativo. Tutto gratuito, tutto condiviso. Tutto immersivo, con esibizioni tra il pubblico, sui balconi o addirittura con proiezioni gigantesche sui muri.

Abbiamo chiamato lo show “delle macerie” non per indugiare nel dolore, ma per prenderlo in mano, rielaborarlo e farne materia viva. Materia poetica.

La voce, il vicolo e la politica

 

Come ci ricorda spesso Emanuele D’Errico, mio amato fratello e direttore artistico della compagnia, «le nostre attività scavano attorno a tre parole: la voce, il vicolo e la politica». In quei tre giorni, quelle parole hanno risuonato forte.

Non c’erano spettatori passivi, ma cittadini attivi, bambini, genitori, curiosi, anziani, artisti, il cuore della polis. Tutti parte della stessa storia condivisa. Oggi il progetto continua a crescere.

Oltre alla Sanità, Putéca Celidonia porta i suoi laboratori anche in molti altri luoghi: dall’Istituto Penale Minorile di Nisida, al Teatro Trianon di Forcella; dalle esperienze itineranti di CRESCO all’Hub degli Artisti di Gianturco. E ogni volta che una bambina scrive la sua prima battuta, che un ragazzino costruisce la sua prima scenografia, vediamo che questa è la direzione giusta.

Lo Show delle Macerie è solo l’ultima tappa di un viaggio cominciato anni fa, ma è anche un seme per il futuro. 

Un’altra città è possibile!

 

La rivoluzione culturale parte dai luoghi dimenticati. E se li ascoltiamo davvero, ci raccontano che un’altra città è possibile. Più poetica. Più giusta. Più nostra.

La nostra battaglia sta tutta qui.

Alla fine – ne sono certo – vinceremo noi!

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