Rigenerazione urbana a base culturale: il nostro metodo per dare una seconda possibilità a luoghi e persone dimenticate

Rigenerazione urbana a base culturale: il nostro metodo per dare una seconda possibilità a luoghi e persone dimenticate

Nessun luogo è irrecuperabile, nessuna persona è irrecuperabile.

C’è un’idea a cui cerco di essere sempre fedele: nessun luogo è irrecuperabile, nessuna persona è irrecuperabile.

È con questa convinzione che da anni lavoro nel campo della
rigenerazione urbana a base culturale, un approccio che mette la cultura, l’arte e la creatività al centro dei processi di trasformazione delle nostre città, specialmente dove nessuno avrebbe scommesso.

Cos’è davvero la rigenerazione urbana a base culturale?

Non si tratta solo di rifare una piazza o ri-dipingere un muro.
Non è riqualificazione o creazione dal nulla di un nuovo progetto.

Si tratta invece della sfida di far rivivere, appunto rigenerare, luoghi, spazi e risorse con un enorme potenziale sopito.

Parliamo di interventi che rigenerano non solo lo spazio fisico, ma anche le relazioni, la fiducia, l’identità di un territorio. La cultura diventa in questi progetti leva di coesione sociale, di partecipazione civica, di sviluppo umano ed economico. È uno strumento potente per riattivare comunità locali spesso dimenticate, trasformando luoghi abbandonati in presìdi di bellezza, aggregazione e futuro.

Come project manager scelgo per questo di lavorare con chi sta ai margini: i piccoli, i dimenticati, gli invisibili. E con loro, giorno dopo giorno, abbiamo costruito nuovi modelli di rinascita.

Lo Show delle Macerie e la rivoluzione del teatro immersivo al Rione Sanità

Il Vicolo della Cultura: dove prima c’era la criminalità organizzata, oggi c’è arte e poesia

Nel cuore del Rione Sanità a Napoli, nel 2017 abbiamo preso in gestione due beni confiscati alla camorra e li abbiamo resi un polo di iniziative culturali e artistiche, gratuite e inclusive. Nel 2020 l’anonima via Montesilvano, la strada dove si trovano questi due beni confiscati alla camorra, è diventata una vera e propria strada dell’arte, piena di colore, libri, voci, colori e bambini.

Abbiamo installato le prime “edicole culturali”, che ricordano le antiche edicole votive ma custodiscono libri in book-sharing, luci, QR code narrativi. Sono simboli di una nuova devozione: quella per la cultura, la conoscenza, la partecipazione che fa rinascere la città dimenticata.

Il progetto è cresciuto, si è moltiplicato ed è stato esportato: da Vico Buongiorno, a Vicoletto Donnaregina, ogni vicolo è diventato un luogo da attraversare con stupore e rispetto, riscoprendo le potenzialità dei luoghi e la bellezza delle tradizioni. Oltre 100 giovani, tra artisti, volontari, educatori, hanno partecipato a questo processo, rendendolo vivo e collettivo.

Abbiamo realizzato inoltre corsi gratuiti per minori a rischio, installazioni artistiche, biblioteche a cielo aperto, eventi teatrali. Oggi proponiamo tour della legalità per le scuole, che hanno già coinvolto più di 5000 studenti.

Non solo vicoli. Chiese, aiuole, piazze: ogni spazio può rifiorire

La rigenerazione, per me, passa da una visione poetica della città. 

Una chiesa può trasformarsi in un museo, un vicolo può diventare una biblioteca, un giardino può evolversi in uno spazio di innovazione. La città, soprattutto quella dimenticata, abituata al degrado e ferma nella convinzione che “le cose sono così” può riaccendersi, può trasformarmi, può rinascere.

In questi anni, con diversi progetti europei ci siamo occupati proprio di questo.

👉 Abbiamo riaperto la storica Cappella Pappacoda, nel centro antico di Napoli, con una innovativa campagna di crowdfunding e con una grande rete di volonyari, rendendola nuovamente fruibile per iniziative culturali.

👉 Abbiamo adottato e rigenerato l’aiuola di Piazza Scipione Ammirato a Materdei, grazie a un progetto europeo ESC30 “Coltiviamo insieme il futuro” dell’associazione Giovani Promesse, rendendola punto di incontro per bambini e famiglie.

👉 Stiamo trasformando una piazzetta abbandonata – Piazzetta Lepri, nel quartiere Borgo – in un Giardino della Cultura. Prima questo spazio verde era inavvicinabile, abitato da topi, blatte e degrado urbano. Oggi grazie ad un percorso partecipato, avviato dai residenti e da giovani volontari, è diventato simbolo di rinascita con letture animate, laboratori, scambi di libri e racconti.

Ogni volta partiamo da una domanda semplice: cosa può diventare questo spazio, se lo guardiamo con occhi nuovi?

Il nostro metodo: rigenerare l’identità, non solo il cemento

Il metodo de Il Vicolo della Cultura e della rigenerazione urbana a base culturale parte dall’identità dei luoghi. Studiamo la loro storia, ascoltiamo chi ci vive, raccogliamo racconti, leggende, paure e sogni. Rigeneriamo partendo dal patrimonio di vita e tradizioni che ogni quartiere custodisce, spesso senza nemmeno saperlo.

Non portiamo “eventi dall’alto”, ma attiviamo processi dal basso, coinvolgendo condomìni, scuole, commercianti, artisti, volontari e bambini. Ognuno porta qualcosa. Ognuno riceve qualcosa.

Rigenerazione urbana a base culturale: il nostro metodo per dare una seconda possibilità a luoghi e persone dimenticate

Una rete che cresce, un impatto che si vede

Tutti questi interventi sono stati resi possibili grazie al sostegno di progetti europei, fondazioni private, enti pubblici e cittadini attivi. Ma soprattutto grazie a una visione: la cultura non è un lusso, è una necessità.

E i numeri parlano chiaro:

  • 3 vicoli rigenerati nel cuore di Napoli

  • 9 edicole culturali installate

  • 1000+ libri donati

  • 10 corsi gratuiti per minori a rischio

  • 100+ giovani professionisti coinvolti

  • Oltre 500 minori intercettati

Il Premio Nazionale per la Pace Dossetti 2025 come azione ad alto impatto sociale

Perché lo facciamo

Perché ci sono luoghi che, se dimenticati, diventano pericolosi. Ma se riscoperti, diventano risorsa. Perché ci sono giovani che, se ascoltati, diventano guida.

Perché la bellezza, se condivisa, può cambiare il destino di una comunità.

La rigenerazione urbana a base culturale non è un’utopia. È un modello concreto, accessibile, contagioso. Lo abbiamo sperimentato. Lo abbiamo vissuto. Lo abbiamo realizzato. E vogliamo continuare a farlo.

Perché il mondo può cambiare, un vicoletto alla volta!

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